Siamo orgogliosi di avere un’intervista con Arnold Meyer, l’organizzatore dei leggendari rave Energy a Zurigo.
Puoi dirci qualcosa sulle origini di Energy?
Nel dicembre ‘91 ero al Mayday alla Halle Weissensee di Berlino, una festa in un magazzino dove si sono esibiti tutti i dj e gli artisti techno del momento, tutti per un’ora ciascuno: Westbam, Sven Väth, Dave Angel, Tanith, Speedy J live e altri. Volevo fare qualcosa di diverso: un grande rave con tutti i principali artisti techno come Richie Hawtin, Joey Beltram, TNI/Space Cube (Ian Pooley, DJ Tonka) e tutti i dj svizzeri come Gangsta. Si è svolto il 5 settembre 1992 al SRO Kugellager, di fronte all’OXA dove si tenevano gli afterhours. Lo studente Marek Krynski, con cui ero stato al Mayday alla Westfalenhalle di Dortmund il 30 aprile 1992 e al Love Parade di Berlino il 4 luglio 1992, ha avuto l’idea di fare una parata a Zurigo. Gli suggerii di farla nel pomeriggio del giorno di Energy. Alla parata parteciparono 1000 persone, e 6000 persone al rave di Energy la sera.
Qual è stato il tuo percorso come appassionato di musica?
È iniziato nel ‘74 con il glitter rock: Sweet, Slade. Poi l’hard rock: Kiss. E il punk rock dal ‘77. Nel ‘78 l’album “Man Machine” dei Kraftwerk e il film “La febbre del sabato sera”; nel ‘79/’80 il rap con Sugarhill Gang e Kurtis Blow, e gruppi come Clash e Blondie che si avvicinavano al rap e alla disco. Nei primi anni ‘80 la disco underground di New York come D-Train e Visual. Nell’86 Chicago house, nell’87 acid e techno di Detroit. Nell’88 la prima festa house di Chicago al GZ Heuried. Dal 1990 le prime feste techno in posti come Kaufleuten e feste con DJ Djaimin (Couleur 3 “Dream Sequence”).
Eri anche un giornalista musicale all’epoca…
Ho iniziato nel ‘78 con il fanzine punk Shit, e dal 1980 al 1992 sono stato giornalista musicale freelance per vari giornali e riviste. Ho intervistato molti musicisti come Gary Numan, Kraftwerk, Mick Jagger, Divine, Kano, Albert One, e ho partecipato alla conferenza stampa di James Brown quando suonò a Frauenfeld. Ho anche intervistato proprietari di club, promoter e dj a Zurigo alla fine degli anni ‘80. Dal ‘92 ero così impegnato con i rave che ho dovuto interrompere il giornalismo.
Per quanto tempo hai lavorato a Energy?
Dal 1992 al 2013, sempre dopo la Street Parade, dal ‘93 in poi all’Hallenstadion (eccetto nel 2004 quando l’Hallenstadion era in ristrutturazione).
Che tipo di festival avevi in mente lavorando a Energy?
Avevo in mente il concetto di un mega rave. Nel 2000 c’erano 36.000 partecipanti distribuiti in 10 locali, tra cui Rohstofflager e Hallenbad Öerlikon.
Che tipo di musica ascolti ora?
Sempre tutti i tipi di musica elettronica: melodica come Tale Of Us, Maceo Plex, Stephan Bodzin, ma anche più dura come Amelie Lens, Charlotte de Witte. Ma anche trap di Atlanta, reggaeton da Porto Rico e Colombia, rock come i Tame Impala. E poi anche stili degli anni ‘70 come krautrock, p-funk e anni ‘80 come italo-disco, dark-wave, synth-pop, industrial, electro-funk, funk di Minneapolis, swing beat.
Come pensi che cambieranno i club e i festival nel prossimo futuro?
Ci vorranno due anni per riprendersi, per tornare alla situazione pre-Covid. Saranno anni difficili.
Pensi di tornare a Energy un giorno o a un altro festival elettronico svizzero dopo il Covid?
Quando tutto si sarà ripreso, potremo pensare a un grande evento di nuovo, non con il nome Energy (che ora è una stazione radio con eventi annuali all’Hallenstadion) ma con un nuovo nome.